Rilasciato da:
Lonely Raven Records
Data di rilascio: 2013
E’ un tranquillo venerdì 13 a Demhunt city. Hope è
nella sua stanza a leggere il suo libro preferito, “Racconti del terrore”. Il
fine settimana di solito preferisce passarlo così, con una buona tazza di tè e
un libro rilassante. Niente vicini strilloni, non ci sono lavori in corso nel
vicinato e i molti cani del quartiere sembrano essere in stato di grazia. Una
quiete ideale per lei, che si lascia cullare da candele profumate sparse nella
stanza, avvolta in una vecchia coperta di lana. Ma come accade spesso in alcune
storie, quando regna la presunta calma, è il momento in cui le cose iniziano a
prendere una strana piega. Il silenzio viene rotto da sinistri scricchiolii e agghiaccianti
bisbigli provenienti dallo scantinato. Hope, sulle prime un po’ timorosa, decide
di scendere le scale per vedere cos’è che provoca quei strani rumori. Aperta la
porta della cantina, il sangue della ragazza si congela all’istante alla vista
di tre loschi figuri che le si parano davanti nella semioscurità. Questi
personaggi avevano la pelle d’un bianco perlato e delle scure occhiaie che
contornavano i loro occhi nei quali scintillava una luce inquietante.
Indossavano abiti di altri tempi e ognuno di loro armeggiava distrattamente con
degli strumenti musicali. Il più vicino dei tre, notando lo sbigottimento della
ragazza ormai impietrita, le disse:
«Siamo tornati! O forse non abbiamo mai abbandonato queste
spesse mura. Qui un tempo sorgeva un prestigioso conservatorio dove noi studiavamo.
Purtroppo alcune menti ottuse ritenevano che la nostra musica avesse bisogno
della stessa cura prescritta per un temibile morbo letale. La medicina, al
contrario di quello che lasciassero immaginare le nostre colpe, fu tutt’altro
che dolce. I nostri accusatori ci appesero per i nostri fragili colli, finché
non la voglia, bensì la vita, ci abbandonò. Ma lo spirito della nostra musica
era più forte del terrore dell’uomo e siamo così rimasti intrappolati tra la
vita e la morte. La sete di rivolta ci ha spinto ad andare a caccia di anime
pure, anime pronte a tramandare l’energia del nostro punk! Sei tu piccola
fanciulla la speranza, a te affidiamo i vessilli della nostra rabbia e angoscia
giovanile!
»
Il mattino successivo Hope si risveglia sul suo letto, ma non ricorda nulla di
quello che le era successo. Guardandosi intorno facendo mente locale, trova accanto
a lei un disco dalla copertina curiosa con su scritto
Dear Dust -
"Demons to Hunt".
Il retro copertina toglie ogni dubbio sugli autori: Manuel Zingale
(chitarra/voce), Marco Montesano (batteria) e Fulvio Tulli (basso/seconda voce).
Non appena parte il disco, dallo stereo un’energia paranormale la trapassa, un
punk-revival dalle tinte oscure irrompe nella stanza.
Hi guys, I’m back!, la prima traccia, in cui la batteria frenetica e le grida
di terrore esplodono in un feroce incipit dai toni foschi. Con il brano
Whispers
dei sussurri giungono alle orecchie di Hope, è una guerra di pensieri, una
guerra di sentimenti,
The war inside descrive bene lo stato emotivo che sta
attraversando la giovane… Un muro di fiamme tra rabbia e frustrazione divampa
dentro lei con
Until the flames burn e i corpi si sciolgono ancora una volta al
calore del fuoco. Il passato sorride e si impolvera, mentre la ragazza, entra
in un vortice di domande sulle note di
The urge. Spinta dalla curiosità e dalla
paura, cerca delle risposte. Immagini frammentarie ronzano pressanti nella sua
testa: sogno o realtà? La penutlima traccia
Choke and die gira nello stereo,
sembra un finale già scritto quando la gola di Hope si stringe come una morsa facendola
crollare al suolo priva di sensi.
This one’s for the fall scivola romanticamente nel cuore della giovane, echeggiando
nella stanza vuota insieme ad un sussurro…
«Torneremo Hope, per l’autunno la tua anima sarà di nuovo
nostra, per un istante, per qualche attimo o per l’eternità!
»
Link:
Dear Dust (pagina ufficiale di facebook)
Bandcamp (streaming album)