"EVENTI" / MU.VI.MENT.S. FESTIVAL

La Cineteca Atomica Garigliano presenta la nona edizione del Mu.vi.ment.s Festival

28-29 dicembre 2013

CASTELLO MEDIEVALE ITRI (LT)


Link:

C.A.GA. (Cineteca Atomica Garigliano - sito ufficiale)
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Mu.vi.ment.s. Festival #9 (programma / info / contatti)

Brigadisco (sito ufficiale)
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"FRASTUONI" / SEVEN CIRCLES


Oggi nella sezione "Frastuoni" presentiamo i Seven Circles, band post-rock strumentale con influenze space-rock e ambient, che esordisce con il singolo "There's a Time for Everything". Questo è il video di esordio diretto da Murkys.


Seven Circles - There's a Time for Everything

                         

Link: 

Seven Circles   (pagina ufficiale di facebook)

Skies Studio  (produzione singolo)

Murkys  (direzione video)

"FRASTUONI" / POSTCOïTUM




Quest’oggi “Frastuoni” presenta un gruppo davvero molto interessante i Postcoïtum, ovvero: Damien Ravnich (drums, pad) & Bertrand Wolff (synthesizer, laptop). I loro suoni traggono influenza dalla musica elettronica e strumentale, ritmi indie-rock, idm combinati a sintetizzatori new wave, elettronica e suoni industriali. Il loro ultimo lavoro "Himera" (uscito per daath lebel) illumina l’orizzonte con un paesaggio sonoro molto ampio ed eclettico. Un disco da non perdere!



                                                          Postcoïtum  (Live)

                            


Link:

Postcoïtum (pagina ufficiale)

Bandcamp (streaming album)



DEAR DUST - DEMONS TO HUNT

Rilasciato da:

Lonely Raven Records

Data di rilascio: 2013


E’ un tranquillo venerdì 13 a Demhunt city. Hope è nella sua stanza a leggere il suo libro preferito, “Racconti del terrore”. Il fine settimana di solito preferisce passarlo così, con una buona tazza di tè e un libro rilassante. Niente vicini strilloni, non ci sono lavori in corso nel vicinato e i molti cani del quartiere sembrano essere in stato di grazia. Una quiete ideale per lei, che si lascia cullare da candele profumate sparse nella stanza, avvolta in una vecchia coperta di lana. Ma come accade spesso in alcune storie, quando regna la presunta calma, è il momento in cui le cose iniziano a prendere una strana piega. Il silenzio viene rotto da sinistri scricchiolii e agghiaccianti bisbigli provenienti dallo scantinato. Hope, sulle prime un po’ timorosa, decide di scendere le scale per vedere cos’è che provoca quei strani rumori. Aperta la porta della cantina, il sangue della ragazza si congela all’istante alla vista di tre loschi figuri che le si parano davanti nella semioscurità. Questi personaggi avevano la pelle d’un bianco perlato e delle scure occhiaie che contornavano i loro occhi nei quali scintillava una luce inquietante. Indossavano abiti di altri tempi e ognuno di loro armeggiava distrattamente con degli strumenti musicali. Il più vicino dei tre, notando lo sbigottimento della ragazza ormai impietrita, le disse:
«Siamo tornati! O forse non abbiamo mai abbandonato queste spesse mura. Qui un tempo sorgeva un prestigioso conservatorio dove noi studiavamo. Purtroppo alcune menti ottuse ritenevano che la nostra musica avesse bisogno della stessa cura prescritta per un temibile morbo letale. La medicina, al contrario di quello che lasciassero immaginare le nostre colpe, fu tutt’altro che dolce. I nostri accusatori ci appesero per i nostri fragili colli, finché non la voglia, bensì la vita, ci abbandonò. Ma lo spirito della nostra musica era più forte del terrore dell’uomo e siamo così rimasti intrappolati tra la vita e la morte. La sete di rivolta ci ha spinto ad andare a caccia di anime pure, anime pronte a tramandare l’energia del nostro punk! Sei tu piccola fanciulla la speranza, a te affidiamo i vessilli della nostra rabbia e angoscia giovanile!»
Il mattino successivo Hope si risveglia sul suo letto, ma non ricorda nulla di quello che le era successo. Guardandosi intorno facendo mente locale, trova accanto a lei un disco dalla copertina curiosa con su scritto Dear Dust - "Demons to Hunt". Il retro copertina toglie ogni dubbio sugli autori: Manuel Zingale (chitarra/voce), Marco Montesano (batteria) e Fulvio Tulli (basso/seconda voce). Non appena parte il disco, dallo stereo un’energia paranormale la trapassa, un punk-revival dalle tinte oscure irrompe nella stanza.
Hi guys, I’m back!, la prima traccia, in cui la batteria frenetica e le grida di terrore esplodono in un feroce incipit dai toni foschi. Con il brano Whispers dei sussurri giungono alle orecchie di Hope, è una guerra di pensieri, una guerra di sentimenti, The war inside descrive bene lo stato emotivo che sta attraversando la giovane… Un muro di fiamme tra rabbia e frustrazione divampa dentro lei con Until the flames burn e i corpi si sciolgono ancora una volta al calore del fuoco. Il passato sorride e si impolvera, mentre la ragazza, entra in un vortice di domande sulle note di The urge. Spinta dalla curiosità e dalla paura, cerca delle risposte. Immagini frammentarie ronzano pressanti nella sua testa: sogno o realtà? La penutlima traccia Choke and die gira nello stereo, sembra un finale già scritto quando la gola di Hope si stringe come una morsa facendola crollare al suolo priva di sensi.
This one’s for the fall scivola romanticamente nel cuore della giovane, echeggiando nella stanza vuota insieme ad un sussurro…
«Torneremo Hope, per l’autunno la tua anima sarà di nuovo nostra, per un istante, per qualche attimo o per l’eternità!»


Link:

Dear Dust (pagina ufficiale di facebook)

Bandcamp (streaming album)



"FRASTUONI" / Dear Dust

Nasce oggi la sezione "Frastuoni", dove presenteremo di volta in volta interessanti gruppi musicali. Questa sezione fa il suo debutto con un gruppo romano, dopo averli ascoltati dal vivo varie volte, e dopo aver gustato a freddo il loro singolo e l'ultimo lavoro (uscito il 20 aprile 2013), vi presentiamo i Dear Dust:  Manuel Zingale (Guitar/Vocals) Fulvio Tulli (Bass/Back. Vocals) e Marco Montesano (Drums), un trio romano di punk rock formato a Roma nel gennaio 2012. Questa punk band dal lato oscuro ha all'attivo un singolo "Whispers" e un disco "Demons To Hunt". A caldo arriverà una recensione del disco "Demons To Hunt".


Questo è il video ufficiale “Whispers” (realizzato da Murkys)


Per altri video consultate il canale youtube dei Dear Dust


Link:

Dear Dust (pagina ufficiale di facebook)

TETUAN - QAYIN

Rilasciato da:

Brigadisco
Onlyfuckingnoise Records

Data di rilascio: 23 febbraio 2013


Sbarcati casualmente sull’isola segreta degli antichi guerrieri Tetuan, veniamo fatti prigionieri dai guardiani indigeni per aver calpestato il sacro suolo dei loro avi. Nella tormentosa attesa della condanna, veniamo a conoscenza del prezioso libro degli antenati: “Qayin”, il codice segreto che i Tetuan si tramandano dall’inizio della storia umana; generazioni di saggi che, girando il mondo in lungo e in largo, hanno cercato la chiaroveggenza sonora affinando le loro doti musicali a livelli sbalorditivi. Il libro stabilisce che, qualora qualcuno calpestasse il sacro terreno, dovrà essere sottoposto a un rito di iniziazione in cui i tutori del segreto mostreranno i loro antichi rituali. Il cerimoniale ha inizio, l’energia del trio si manifesta con melodie che spaziano dall’art al math-rock contornate in alcuni casi da impronte avant-rock più sperimentali. Rangoon da il via, grida battagliere incitano gli altri membri che si scatenano con un avant-rock arabeggiante. Un intro avant che evolve in un finale più math. E’ questo il loro benvenuto: Welcome to è una danza sperimentale arricchita da un’atmosfera kraut-rock, dove le percussioni prevalgono fino ad erompere in Bengasi e Barakallahulekom, due frenetici pezzi in cui il primo, calca forsennate risonanze math ornate da velluti psichdelici, mentre il secondo, è un ballo sfrenato intorno al mistico totem di Qayin. Arriviamo a un momento di calma apparente Outrohn, un intermezzo noise che anticipa il brano più significativo: Qayin, il ricordo del primo uomo “Tetuan” sulla terra, il più assennato ricercatore sin dagli inizi della storia. I suoi sforzi hanno dato la possibilità ai restanti condottieri di raggiungere l’ultimo stadio di saggezza Hevel. Il terzo orecchio è il dono divino concesso ai Tetuan, potere che gli permette di catturare i suoni più nascosti nell’universo, avendo così la possibilità di sperimentare avveniristiche formule musicali. Luxor pone fine all’antico rito che porta lontano da questo posto nascosto, un luogo arcaico, accessibile solo tramite il Vinile dei Tetuan, in cui sono segnate le coordinate per raggiungerlo e per avere la possibilità di ascoltare le sconfinate sonorità di “Qayin”.


Link:

Tetuan (pagina ufficiale di facebook)

Bandcamp (streaming album)

ICEAGE - YOU'RE NOTHING

Rilasciato da:

Matador Records


Data di rilascio: Febbraio 2013



“The future is unwritten”. Il punk è morto? Giacchetti attaccati al chiodo, jeans ricuciti, creste rasate…Consumato dal suo stesso rumore ha lasciato delle ceneri che adesso sorvolano il panorama post-punk. Ma ci sono dei gruppi che respirano questi fumi fino a intossicarsi! Come accade nella fredda Danimarca dove gli Iceage gridano vendetta! Una rappresentazione nuda e cruda del “punk” ai giorni d’oggi: stuprato, depresso, affamato. Elias Bender Rønnenfelt, Jakob Tvilling Pless, Johan Surrballe Wieth and Dan Kjær Nielsen sono quattro cavalieri dell’apocalisse mandati per creare scompiglio, figli ribelli degli anni 2000! Dei “child-out” messi tra passato e presente per far capire che l’anima del punk vive e pulsa di vita propria. “You’re nothing” è una bomba pronta per essere innescata. Un disco che trasuda venature punk “old school” con esplosioni hardcore. Il tutto equilibrato da un intermezzo “ambient/sperimentale” che va ad accorparsi con atmosfere Darkwave e con la romantica traccia basata su “L’ultima occasione” della cantante anni ‘60 Mina. Un album di 28 minuti e poco più, da iniettarsi nel timpano senza pensarci troppo, distorsioni e voce che attaccano il condotto uditivo dando il via a un pogo di cellule ciliate. Burning hand  racchiude l’anima del disco, dalle mani fino a tutto il corpo divampa la fiamma accesa dalle corde vocali di Rønnenfelt, una voce addensata da un alone malinconico che all’occorrenza vibra fino ad esplodere in grida isteriche e incazzate, tenendo l’attenzione dell’ascoltatore fino alla fine. L’attesa che durava dal loro Ep “New Brigade” del 2011 è stata ripagata, aspettando un live in Italia non ci rimane che dire: Punk’s not dead.



Iceage - Ecstasy




Link:

Iceage (pagina ufficiale)

SONIC JESUS - S/T

Rilasciato da:

Fuzz Club Records

Data di rilascio:
11 ottobre 2012



E’ un boabab alto come un palazzo di quattordici piani quello che ci troviamo di fronte una volta fatto partire il disco dei Sonic Jesus. Un esemplare enorme che sovrasta il panorama intorno, un albero che respira, si muove. Nella corteccia c’è una porta incastonata su cui sono riportare le seguenti parole: “When I become death, death is the seed from which I grow”. E’ quindi un essere dotato di libero arbitrio, una creatura formata da cinque elementi che lo nutrono di linfa vitale: Tiziano Veronese (voce, chiatarra), Fabio Perciballi (Voce, chitarra, percussioni), Lorenzo Mancini (Basso, percussioni), Simone Russo (Batteria) e Marco Baldassari (Farfisa, Harmonium, Theremin, Percussioni). Il custode di questa creatura è una scimmia che ci viene incontro per fare gli onori di casa, Monkey on my back sonorità lynchiane vibrano nei piani bassi, un groviglio di radici spunta dal suolo fino ad arrivare al piano soprastante. La vista si sfoca, il suono della voce è ipnotico, si dissolve e ci invita a seguire il mammifero. Lost nei meandri della maestosa pianta, l’organo accompagna la salita mescolando sonorità psichedeliche e plasmando la stanza con fatue forme geometriche. Il custode ci offre un tè mentre la vista ci abbandona definitivamente lasciando all’udito la guida dei nostri passi. Il suono diventa più duro e tenebroso, Undeground  è la traccia più kraut rock dell’album, cerchiamo il coraggio per salire oltre il 13° piano, mentre l’essere continua a stordirci con onde sonore neo-psichedeliche. E’ tempo di affacciarsi alla grande finestra del 14° piano It’s time to hear la vista torna di colpo, il sudore goccia nell’irrealtà dello spazio…Appesi a un filo invisibile ondeggiamo nel vuoto. Le montagne all’orizzonte si deformano assumendo forme femminili e questo spettro avanza seducendo alla vista per poi trascinarci giù nel buio. Catturati dalla mastodontica creatura diventiamo infine parte di essa. “The bad trip is gone, is the end of this sound”.


Sonic Jesus - It's Time To Hear



Link:

Sonic Jesus (pagina ufficiale di facebook)

Bandcamp (streaming ep)


SIRIO GRY J & STEFANO ROCCHI – ACIDSTANCE EP


Rilasciato da:

Stato Elettrico

Data di rilascio: 4 febbraio 2013


“Io ne ho ascoltate di cose che voi umani non potreste immaginarvi”. Durante l’abituale corsa al parco mi è successo qualcosa di incredibile; gli esperti le chiamano “abduction” i miscredenti “sbronze”. Vi assicuro che svegliarsi sul prato con il lettore in riproduzione casuale che emana suoni mai ascoltati e mai caricati in playlist, fa venire la pelle d’oca. Ora sta a voi credermi o no, ma qualche tempo fa ho avuto un incontro del quinto tipo. Trovarsi su una navicella aliena non è poi così spaventoso come può sembrare, anzi, gli alieni sono tipi piuttosto socievoli. Arrivato al cospetto di questi enigmatici esseri, vedevo in loro la curiosità dilatarsi nei voluminosi occhi a mandorla. Non erano tanto incuriositi da me, quanto dal mio lettore musicale, che mi hanno sottratto con estrema delicatezza e inserito in uno strano box. Immediatamente nell’abitacolo della navicella si è diffuso il suono. Dopo aver ascoltato per qualche minuto il mio “sacro dispensatore di musica”, ho visto una reazione strana da parte loro: sogghignavano strafottenti e blateravano qualcosa in una lingua incomprensibile. In quel momento è arrivato in mio aiuto un alieno dall’aria composta, che  traduceva la loro lingua, e mi ha spiegato che per loro “la musica umana” è ormai obsoleta. Per questo motivo hanno creato degli esseri con sembianze umane, in modo da divulgare la “musica aliena” sulla terra e cercare di velocizzare il processo di evoluzione musicale. E’ qui che mi hanno presentato “Acidstance” degli extra-terrestri Sirio Gry J e Stefano Rocchi. L’ep è un oggetto non identificato in cui sonorità future-techno-sperimentali spaziano tra suoni incorporei e metafisici. Greg è la ricerca di un groove lento in cui un lamento umano mixato, va a ricordare la continua inettitudine dell’uomo, eterno insoddisfatto. E’ l’inizio dell’abbordaggio navale, la transizione dalla terra a Nostromo, il percorso esplorativo alla scoperta dell’astronave, l’incredulità davanti a questa forma di vita così evoluta, una razza sorprendentemente aperta alla sperimentazione sonora. Gli ibridi sono pronti a persuadere il genere umano e liberarlo dal Morbus (in latino "malattia"), rappresentazione del morbo che da anni affligge la musica, ormai troppo strumentalizzata dal denaro, soffocatore di idee libere e innovative. Qui i due ragazzi classe 87 duettano usando la 303 roland, un synth acido e cinguettante che descrive bene questo posto misterioso pieno di tecnologie impensabili per un comune terrestre; è il modo con cui ricordano il vecchio, riportandolo a nuova vita creando diverse sonorità. Le ultime due tracce sono un remix di Morbus (uno di Labarome T.M.I. e l’altro di Mental Language) in cui capiamo che gli umani collaborano ormai da molto tempo con gli alieni. Sicuramente, nell’alto dell’infinito universo, questi neo mecenati continueranno a istruire nuovi ibridi per spargere seme musicale sulla superficie terrestre a beneficio delle generazioni future. Il messaggio è chiaro: “We are here”.


Link:

Sirio gry J  (pagina ufficiale di soundcloud)

Stefano Rocchi (pagina ufficiale di soundcloud)

Sirio Gry J & Stefano Rocchi- Acidstance Ep  (free download ep)

SEEKING A DROP - S/T

Rilasciato da:

Registrato in casa



Data di rilascio: 2013


“L’amore è un cane che viene dall’inferno”. Avete mai pensato di comprare un guinzaglio per il cuore? Forse è un’ottima soluzione per tutti i dilemmi amorosi. I Seeking A Drop lo cantanto in I’ll, uno dei pezzi principali dell’album. Fulvio Tulli ed Emilio Cataldi sono un duo folk/country con influenze indie/punk formato a Roma nel luglio 2012. L’effetto Seeking A Drop è istantaneo! Ascoltando il disco in macchina si ha l’impressione di non guidare più la comune utilitaria bensì un fottuto pick up anni 50! Il loro primo Ep, fatto in casa con cura e dedizione come una mamma preparerebbe una deliziosa torta di mele, trasforma le comuni strade trafficate in linee sottili e ci trasporta tra i vasti campi del Midwest americano. Con un temporale inizia il viaggio tra mulini, fattorie e tumbleweed. Una dylaniante Cement presenta la vena romantica e poetica dei testi, l’armonica apre e le chitarre prendono la guida. Bunch Of Roses è la ballata per eccellenza: grinta, corde e ritmo trascinante! Contadini al lavoro tra i campi improvvisano un allegro ballo country saltellando e salutando al passaggio. Il tragitto procede sereno nonostante si attraversi la tempesta, grazie al cantante che alterna un timbro vocale energico e suadente alle grida. Il risultato è un country/punk alternativo e avvincente. Interlude ricorda il temporale iniziale, tuoni e pioggia fitta sul romanticismo passionale che raggiunge l’apice in Raving, un proseguo country in cui traspare il “DNA poetico” degli chanteurs. Al culmine dell’album il percorso è segnato da uno stormo di uccelli, vagabondi in cerca di amore “la carne copre le ossa e la carne cerca più che la carne. […] Ma nessuno trova mai quello giusto”. Lo stormo all’orizzonte solca il tramonto sulle note di I’ll. E’ il brano più emozionante e coinvolgente! Nel ritornello la voce di Eleonora Forte chiede un passaggio e, anche se appena accennata, sembra non avere nulla da invidiare alle colleghe internazionali del panorama folk. Una voce, la sua, che echeggia e si combina perfettamente con quella maschile. Il finale Keep Crushing Me è una strada che si estende lasciando gli immensi campi americani, per tornare alla città, quella città “che stringe un filo spinato intorno ai bicipiti”…E l’amore? E l’amore chissà se tornerà a casa.


Seeking A Drop - Cement



Link:

Seeking a Drop (pagina ufficiale di facebook)

FULKANELLI – S/T

Rilasciato da:

Lemming Records
Offset Records
 
Blinde Proteus


Data rilascio: 2012


“Sarai morto negli uomini ma sarai vivo per la morte” (strega Asa). Se non avete mai esplorato il purgatorio o se non riuscite ad immaginarlo, questo disco fa per voi. Non è una punizione, ma un invito a provare il brivido dell’ignoto, dell’inesplorato. I Fulkanelli, ben posizionati alla porta del purgatorio, propongono un percorso aleatorio, un concept senza trama ma allo stesso tempo sconfinato e mai scontato. Paolo Vulkan Mongardi (percussioni) e  Kristian Helio Naldi (chitarra) miscelano un avant-rock con rumori da miniera e atmosfere plumbee. Alambikko dopo un intro tetro e oppressivo, ne da dimostrazione. Un’improvvisazione oscura intorno ai peccatori, una presunzione spudorata in cui il duo destruttura e ristruttura il suono. Kompasso è l’apoteosi! Un proto-doom viscerale in cerca dell’eden, un sottofondo martellante, che sembra registrato in miniera e poi accelerato in post produzione, aumenta d’intensità (una ricerca sperimentale richiamante “in C” di Terry Riley), mentre percussioni e chitarra disegnano la scalata verso il paradiso. Minuto 5.50 le cataratte dei cieli si aprono, visioni celestiali si affacciano, il suono sporco della chitarra ipnotizza la batteria costringendola a un finale di puro rumore. Il paradiso è inaccessibile. Certi posti sono invalicabili, ma questa ricerca smodata dei suoni, porta al ritrovamento ultra-terreno del rumore primordiale. L’intensa emozione provata, lascia un turbamento sensoriale, è qui che entra in gioco Inkiostro, una tregua momentanea (quasi una riflessione sul dono concessoci) contornata da una chitarra languida. Addentrarsi in un luogo in cui nessuno ha mai osato, crea un vuoto, una voragine, che va a colmarsi nel finale con un frastuono stoner-noise sperimentale. Un’esplorazione spirituale alla ricerca dell’ignoto ci permette di raccontare questa esperienza dal forte impatto mistico. Dopo un cammino attraverso l’espiazione, riflessione e pentimento, i Fulkanelli sono redenti, risanando così la corruzione della materia musica.



Link:


FULkANELLI ( Bandcamp)

NOISE OF TROUBLE – DISTOPIA

Rilasciato da:

Brigadisco

Data di rilascio: 2012


I NOT (Noise of Trouble) non si arrendono! Resistono e contribuiscono alla memoria. “Distopia” vuole essere una riflessione (come scritto
nella copertina dell’album) su questo ultimo decennio. L’invito a non dimenticare è presente sin dalla prima traccia, Fantasma Di Ragazzo una toccante narrazione poetica dedicata al ricordo di Carlo Giuliani, ucciso durante i fatti del G8 di Genova. Il terzetto artistico: Marco Colonna (sax soprano, tenore e baritono), Luca Corrado (basso elettrico) e Cristian Lombardi (batteria), innalza un muro di musica e parole, mettendo su una denuncia sonora all’ingiustizia, al sistema e all’abuso di potere. Un componimento riflessivo, ben eseguito direi. Testa Fracassata versa la prima colata di cemento, un jazz core potente, esaltante, va a incastrarsi con gli altri pezzi Ode Agli Insofferenti, Placanica, Distopia #2, Tortura e Assassini, contrapposti a pezzi più sperimentali come Distopia #3 e Diaz; mattoni sfalsati che consolidano un muro sonoro. Il forte impatto acustico però, è anche sostenuto dalle parole presenti in Distopia #1 e Bolzaneto, che vanno perfettamente a intonacare le note. La Cantautrice Giovanna Marini si esprime descrivendo una passività umana, persone ormai atrofizzate come fossero statue di lava.  La voce stanca e amareggiata si scioglie nelle distorsioni claustrofobiche del sax soprano, creando un’atmosfera cupa, come in un sogno da cui non ci si riesce a svegliare. La chiusura recitativa è affidata a Simone Cristicchi che, interpretando le parole di Simona Orlando, racconta le atrocità e i trattamenti disumani avvenuti la notte del 21 luglio 2001 a Bolzaneto. Assassini conclude la parte strumentale, ottimo pezzo in forma ska-core jazz (che aggiunge l’ultimo tassello all’espressione avant-garde del disco), quasi un’esortazione a scuotere le coscienze ormai macchiate da sporco indelebile. Coscienze che possono però ricordare, tramandare e divulgare l’invito a tener viva la memoria come mezzo migliore per la resistenza.


Link:

Noise Of Trouble  (pagina ufficiale)

Brigadisco (streaming dei brani Genova, Alimonda, tortura e assassini) 

UMANZUKI - SONIC BIRDS



Data di rilascio: 2012

Le porte della percezione sono aperte. Gli Umanzuki sono un trio toscano: Tommaso Di Tommaso alla chitarra, Alessandro Iacopini al basso e Mattia Betti alla batteria. Usciti nel 2011 con il loro primo lavoro “Pipes & Sugar”, si presentavano con un ep un po’ acerbo, una mela ben attaccata all’albero, ancora in fase di maturazione; elementi jazz con una chitarra filo-Frippiana (Naak Middagete) e atmosfere blues (Pipes & Sugar). Ma è con questo secondo ep “Sonic Birds”, che riusciamo a sentire qualcosa di persuasivo, coinvolgente. La batteria apre le porte a colpi di bacchette, introducendo, con un ritmo marciante, la prima traccia Rainbow. Attraverso uno scivolo colorato di suoni si guizza sulle spalle del batterista, mentre una voce leggera echeggia accompagnata dal suono accennato della chitarra. Gli echi ci portano verso la luce Light Crystal Bounce, quasi un assolo percussionistico, in cui l'esaltazione talentuosa del batterista, mescolata ad effetti sonori synth, producono un quadro sonoro di elementi ben combinati tra loro. Un invito ad ascoltare l’ep tutto d’un fiato, essendo ogni pezzo legato agli altri da un filo sottile. E’ il momento della ballata dell’album Capitan Orso, dove la chitarra, con un riff  morbido, fa da ritornello, dando il via a questa eclettica traccia: una batteria frenetica improvvisa, il basso e i suoni distorti fondono il tutto. Sonic Birds, omonima traccia dell'album, è un intermezzo free form che farebbe onore all’uomo schizoide del 21° secolo. Questo album è una caleidoscopia di suoni, che va ad esaltarsi con la movimentata Golden Beard Bull Seye che inizia cupa per poi lasciare a tamburi, percussioni e voce (ritornata per l'occasione e guida onirica per tutto il cammino), condurre le danze. Il pezzo finale Amazing Sun, è il brano più minutato, un sunto stilistico della band. Chitarra, batteria, basso e gli effetti sonori ben connessi tra loro, creano un concept free form psichedelico che attinge dal progressive rock, si tuffa nel jazz e si asciuga nella sperimentazione. Si, perché in “Sonic Birds” ci sono molti elementi che riportano ai mostri sacri dei primi anni 70, spogliati dall’eccessivo barocchismo, dalle suite infinite e dalla prolissità sinfonica. Forse anche noi, generazione degli anni zero (privati per cronologia storica di movimenti musicali importanti), potremmo assistere alla consacrazione di queste band, artisti che donano qualcosa di prezioso attraverso il loro talento e passione musicale.

Link:

Umanzuki (pagina ufficiale di facebook)

Bandcamp (streaming ep)

SIRIO GRY J - THE ROOM EP

Rilasciato da:

Kan Records

Data di rilascio: 2012

Il vino buono si sente dal profumo. "Room Ep" by Kan Records, è il primo progetto del giovane artista romano Sirio Grimaldi ( aka Sirio Gry J) che adesso collabora con la Black Sam Records (etichetta romana). Forte delle sue passioni musicali ( vanno dalla techno underground anni 90, al rock classico, progressive, punk, metal ecc…) ci presenta un bicchiere pieno di sapore, un lavoro in cui possiamo percepire vari generi musicali. Non ci troviamo di fronte al solito vino sfuso, siamo davanti a un progetto che va al di là della solita cassa dritta, tipica del genere techno. Appena bagnamo le nostre orecchie, ci viene a far visita una voce giamaicana che accompagna la prima traccia: Goom, un’atmosfera dark riempie il pezzo, un temporale post-techno con ritmi mistici, scende con il primo sorso. Assaporando questa voce misteriosa, che parla seguendo il ritmo minimal, si presenta la seconda traccia: A Groowing Freak. Pezzo gradevole che lentamente sale e poi defluisce, leggero, preparandoci a un terzo giro. La misteriosa voce giamicana è ormai lontana, persa nei meandri della mente, mentre la terza traccia prova a dissetarci: Punta Galera. Il pezzo più potente dell’album ci trasporta nell’ignoto, seguendo questa volta, una robotica voce giapponese, il mistero si infittisce. Un ep davvero sperimentale, che esplode nel decanter, ancora prima di essere gustato. Yeacid è la penultima traccia, il “vino” è in circolo, una sensazione di rilassatezza trapela da questa composizione, essendo essa stessa, la più sperimentale del progetto. A inizio traccia si possono percepire influenze progressive, mischiate ai primi lavori di Richie Hawtin ( in arte Plastikman) e Aphex Twin, che finiscono per delineare lo stile di questo artista davvero interessante. Siamo ormai alla fine di questo viaggio surreale, che ci ha immerso nella poliedricità dell’album. Goom (remix) è l’ultimo pezzo, frutto della collaborazione tra Sirio Gry J e l’artista Silvia Trix. L’emergente Sirio Grimaldi stupisce con questo lavoro che a stento ce lo fa catalogare. Ma è anche giusto così, un’artista è libero di muoversi nei suoni, prendendo in prestito, un po’ qua e un po’ là, tutte le sonorità di cui ha bisogno.

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Sirio Gry J (pagina ufficiale di soundcloud)

Sirio Gry J - The Room Ep (streaming ep)            

ALLSOUNDALLNOISE START!

   Guidami nel suono
   fammi vedere attraverso i rumori
   è possibile!
   Ho visto tutto questo sentendolo...




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